Storia e Principi

La nostra Associazione propone classi di hatha yoga.


Le nostre lezioni:

  • Come nuovo inserimento yoga si svolge per ora il mercoledì dalle 1930 alle 2045. Su richiesta si possono formare gruppi anche in altri orari
  • Le lezioni comprendono tutti gli aspetti basilari della pratica di Hatha Yoga
  • I Gruppi, formati da un massimo di 8 persone, permettono all’insegnante di strutturare lezioni finalizzate al progresso di tutto il gruppo tenendo conto al tempo stesso delle esigenze di ogni singolo allievo
  • La pratica si avvale di esercizi fisico-ginnici e posizioni (Asana) per l’elasticità e la tonicità del corpo, di tecniche respiratorie (Pranayama) volte a migliorare la capacità polmonare e a ridurre il livello di stress e di tecniche mentali per aumentare la concentrazione e condurre naturalmente allo stato di quiete.l
  • Le diverse tecniche sono periodicamente riprese e ripresentate, l'orientamento ciclico della didattica permette un inserimento proficuo nei corsi in qualunque momento


Durante la lezione, quindi, si cerca di coltivare, parallelamente o in successione, le otto “membra” che costituiscono lo yoga:

  • Yama: prescrizioni sociali – astensioni
  • Niyama: prescrizioni personali – osservanze – rapporto con se stessi
  • Asana: posizioni
  • Pranayama: controllo dell’energia vitale
  • Prathyahara: ritrazione dei sensi
  • Dharana: concentrazione
  • Dhyana: meditazione
  • Samadhy: consapevolezza del sé

      

La lezione inizia abitualmente con un ascolto a terra (Shavasana) di “distacco dall’esterno” e concentrazione sul qui e ora , per poi eseguire alcuni cicli di saluto al sole (Surya Namaskara), tornare all’ascolto in Shavasana e da lì iniziare con la pratica.

Asana e pranayama sono i punti focali delle nostre lezioni, senza comunque trascurare la tradizione.

Le posture dovrebbero essere stabili e agevoli, e si ritengono “conquistate” quando riescono senza sforzo, rilassando lo sforzo del corpo.

Pranayama è la regolazione del respiro per ottenere apnee lunghe ed agevoli.

Va praticato solo quando la posizione è ben padroneggiata.

E’ inspirazione, espirazione e soprattutto trattenimento, il tutto regolato finemente con un lungo esercizio per raggiungere un respiro prolungato e sottile.

La costante pratica del pranayama mette la mente nella condizione ideale per la concentrazione e il ritiro dei sensi, della mente e della consapevolezza verso il sé, annullando ogni sensazione proveniente dall’esterno “Lo yoga si raggiunge attraverso l’arresto dei moti mentali (vritti)” Samadhi Pada, Yoga Sutra.

Lo yogin, quindi, è colui che è in grado di padroneggiare ed espandere la propria energia vitale.


Cenni storici

Un’antica leggende indiana narra che un pesce ascoltò di nascosto il dio Shiva mentre rivelava alla sua diretta sposa Parvati i segreti delle posizioni magiche riservate agli dei indiani.
Scoperto dal dio Shiva, il pesce fu scacciato. Alla ricerca di un nuovo luogo dove vivere, il pesce arrivò sulle rive dell’India e si trasformò in un uomo. Gli abitanti del luogo lo accolsero e lo chiamarono Matsyendra (il Signore dei pesci).
Grato per l’accoglienza, Matsyendra divenne il primo Yogi e insegnò loro tutte le posizioni dello yoga, che furono poi tramandate da maestro (Guru) a discepolo (Chela) per generazioni.
Questa leggenda si riferisce allo Hatha Yoga o Yoga ginnico.

Negli scavi effettuati a Moherjo-Daro e ad Harappa furono rinvenute le prime immagini di pratiche yoga su sigilli, sculture e amuleti che rappresentano divinità o asceti in atteggiamenti yoga (asana) e mostrano già una certa organizzazione.
Sono i resti e le testimonianze di un’antichissima civiltà originaria della valle dell’Indo risalente a circa 3000 anni a.C.

Il termine yoga proviene dalla radice sanscrita yuj che significa aggiogare, unire, legare insieme.

Lo yoga va quindi interpretato come “l’atto di unire”, estendendo il significato al controllo e all’espansione del corpo, della mente e dei sensi.

Il percorso proposto è una costante opera di trasformazione che investe lo yogin nella sua totalità, inducendolo a prendere coscienza di sé. Il procedere in questa impresa è graduale e gli otto anga (membra) degli Yogasutra con il loro porsi in sequenza ne indicano il cammino.
Ma yoga è anche “equanimità”, capacità di andare oltre gli opposti e di non farsi condizionare nell’esperienza, rimanere impassibili davanti ai limiti del proprio corpo e non solo, è maestria nelle azioni ma anche rinuncia, intesa come “abbandono”, e scioglimento dell’unione con la sofferenza, intesa come “fatica”(Bahagavad Gita).

Lo yoga classico – Astanga Yoga (otto membra o stadi-gradini) è esposto negli Yoga Sutra di Patanjali (II secolo a.c.).
“Yoga è una via che si percorre attraverso lo sforzo, la calma mentale e l’interiorizzazione”. Yoga Sutra
L’Astanga Yoga  si suddivide in una prima fase esterna, che comprende il corpo fisico e gli atteggiamenti sociali, ed in una seconda fase interna di sviluppo superiore della coscienza.

La struttura dell’Hatha Yoga viene invece descritta compiutamente nell’Hathayoga-Pradipika, la lucerna dello yoga, un trattato a cui attingere mezzi e fine dello yoga., di incerta datazione.
L’opera pone l’accento sullo stretto legame che intercorre tra lo HATHA YOGA (yoga violento, della forza o che si esegue con il corpo) e il RAJA YOGA (yoga regale): senza l’uno, l’altro non può dare alcun risultato; in particolare lo hatha yoga è considerato come una scala per raggiungere i vertici dello yoga regale.
Si è soliti articolare storicamente lo sviluppo sullo yoga seguendo un filo cronologico costituito da una serie di testi che permettono di evidenziare i tre momenti di evoluzione:

  • Fase preclassica (Karmayoga)
  • Fase classica (Yogadarshana, Ashtangayoga)
  • Fase postclassica (Hathayoga, Tantrayoga, Kryayoga, Kundaliniyoga)